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 Morose - La vedova d’un uomo vivo - CD

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Giunti al quarto album, il trio de La Spezia
abbandona il cantato in inglese e sposa la
nobile causa della propria lingua
d'appartenenza.

Ma a conti fatti, che effetto fa “La vedova
d’un uomo vivo”? Suona – com’era facile
aspettarsi – ancora in stile Black Heart
Procession, specialmente verso l’inizio
(“Elena dalle candide braccia”, “Cantimplora”,
“Intorno a una donna dai molti mariti”); uno
sprofondo nostalgico (“Ancora una parola”);
ambientazioni introspettive (“Tu m’hai detto”);
reminiscenze dei La Crus (“Un uomo perduto”) e
scenari spettrali (“Lungo la strada”).

Ok il dark-folk, ma insistere per tutta la durata
dell’album sul medesimo registro (alcune frasi
prese qua e là: < i tuoi occhi spalancano tenebre >;
< nere stelle, il buio avanza da ogni lato >; < un nero
frutto, è forse la notte un vestito da lutto >; < il buio
più buio m’inghiotte >; < c’è un uomo che vive col
suo suicidio all’occhiello, non gli resta che quello >;
< 600 giorni di notte > ), più che ripetitivo sembra
una forzatura. C’è in ballo la credibilità.

(Shyrec/Ribéss/Travelling Music/Boring Machines)



Massimiliano Drommi



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