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 Robyn Hitchcock & The Venus 3 - Goodnight Oslo - CD

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Ogni qualvolta salta fuori la notizia che c’è in
circolazione un nuovo album di Mr. Hitchcock,
sai già per certo – senza aver nemmeno provato
ad ascoltarlo - dove il nostro è andato a parare.
Ѐ una costante che si ripete da sempre, con un
alto grado di prevedibilità.

L’ex Soft Boys non è mai sceso a patti con il
mondo moderno, e ha sempre portato avanti
– fin dagli esordi - un discorso ‘personale’ in
barba alle tendenze e ai nuovi percorsi musicali,
abbarbicato nella sua torre d’avorio fatta di sogni
nostalgici su una realtà che non esiste.

Non è di certo un uomo del suo tempo Robyn: mai
lo è stato e mai lo sarà, con quell’espressione da
eterno ragazzino che lo contraddistingue, capace
quasi di renderlo ‘credibile’.

Anche in “Goodnight Oslo” ci sono i Venus 3
(ovvero Peter Buck, Scott McCaughey e Bill Rieflin)
ad accompagnare l’inglese, oltre a vari ospiti (tra gli
altri c’è Colin Meloy dei Decemberists); un ‘dolcetto’
pop-rock lievemente psichedelico che riconduce ai
sixties, spruzzato di r&b, country e folk.

Melodie zuccherine (“I’m Falling”); arpeggi
di chitarra scuri (“Sixteen Years”); una ballata
romatica dal retrogusto fifties (“TLC”) e
malinconie notturne (la title-track).
Robyn Hitchcock è un pezzo
d’antiquariato.

(Proper/IRD)



Massimiliano Drommi




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