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Mdou Moctar: in Italia   (13/10/2014)

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14 Novembre – SAN VITO DI LEGUZZANO (VI) / CSC

15 Novembre – MADONNA DELL’ALBERO (RA) / Bronson
(with GALLON DRUNK)

16 Novembre – ROMA / DalVerme

17 Novembre 2– MILANO / Mixitè Festival @ (Fabbrica del Vapore)

Quello di Mdou Moctar è un caso nel vero senso del termine, di quelli che devono ancora palesarsi del tutto, vista anche la sua giovane età. Fino al 2010, infatti, Moctar non era che un bizzarro giovane intento ad interpretare il moderno cantautorato chitarristico nordafricano (quello, fra gli altri, delle meteoreTinariwen e Bombino) e Tuareg servendosi dell’aiuto dell’autotune – uno deisoftware più popolari per la modificazione della voce divenuto autentica tendenza in Nord Africa. Tanto gli sarebbe bastato, due anni prima, per ricevere una chiamata dalla vicina (ed economicamente più fertile) Nigeria e registrare il suo primo album, “Anar”, senza però riuscire a pubblicarlo.

La storia pareva destinata a concludersi lì, almeno a livello di diffusione territoriale, ma a fornire un inaspettato ponte verso il mercato internazionale ci ha pensato un mercato a dir poco inusuale: quello delle suonerie per cellulari, unica modalità con cui il giovane poteva riuscire a far girare i suoi brani, prima di ritrovare molti di essi in alcune compilation della serie “Music For Saharan Cellphones” pubblicata dall’etichetta Sahel Sound. Un veicolo inusuale quanto efficace, capace di raggiungere nel giro di un paio d’anni gli Stati Uniti prima e l’Europa poi – gli inglesi Brainstorm sarebbero arrivati ad eseguire due cover di suoi pezzi -, dando improvvisamente vita ad un fenomeno underground.

Il secondo parto discografico, “Afelan” – arrivato l’anno scorso e registrato qualche mese prima durante una performance a Tchintabaraden (Niger) – e la tardiva pubblicazione su Lp del precedente “Anar” si sarebbero limitati a consacrare lo status raggiunto da Moctar, grazie soprattutto al successo della space-jam “Tahoultine” nonché a fornire una rampa di lancio in grado di proiettarlo sul grande schermo per le pellicole “I Sing The Desert Electric” e, soprattutto, “Akounak Teggdalit Taha Tazoughai”, primo film con dialoghi interamente in lingua Tuareg. (Comunicato Basemental)

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