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Old Time Relijun - 30/04/2001 - Clandestino, Faenza (recensione)   (11/05/2001)

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A distanza esatta di un anno tornano nuovamente in Italia gli Old
Time Relijun per-anche questa volta-un considerevole numero di
date sparse in lungo e in largo per la nostra penisola,segno forse
del gradimento da parte del pubblico,o forse più semplicemente segno
dell'ammirevole disponibilità dei nostri nell'intento di promuovere
nel migliore dei modi la loro musica.

A distanza esatta di un anno,si diceva in apertura,in compagnia di
Bonnie Prince Billy Quartet nella data al Link di Bologna:sia pure
in direzioni differenti,entrambe le formazioni resero bene l'idea
di un iscindibile legame con la 'vecchia musica delle radici' che
dalle loro parti,in America,è qualcosa che va oltre la mera
riproposizione di codici standardizzati

Ma torniamo a gli Old time Relijun,chi sono?Tre giovani
fracassoni che si dilettano nello stile libero del
rock'n'roll,il più bastardo della specie.

Tra qulache ora sarà il primo di maggio,e come ogni giorno
prefestivo che si rispetti si è in molti ad affollare strade,
autostrade,pubs,osterie e anche piccoli locali come il Clandestino.

Intorno alla mezzanotte inizia il concerto.Il pubblico,per lo più
composto da 'casuali e curiosi' sembra gradire,ma nel giro di neanche
mezz'ora il Clandestino si svuota per lasciare spazio ai fans.

L'attacco iniziale di Arrington De Dionyso con la sua chitarra
da 'dilettante' introduce immediatamente in una dimensione rock
dai percorsi 'non obbligati ma dovuti':riffs ultra minimali sputati
con imperizia dalla sei corde,che poco importa se non è ben accordata
(vero Arrington?);sferragliate di slide,ritmiche mutuate dal jazz e
dal blues,punk rozzo e ossa rotte,i Cramps e Captain Beefheart che
si battono a braccio di ferro,filastrocche infantili e ruggiti vocali.

Ma ciò che fa più male è la sensazione che si prova quando sembra di
riascoltare,a tratti,il formidabile Jon Spencer con la sua Blues
Explosion di "Crypt Style", quando non aveva niente da perdere.

Per fortuna,con il concerto Arrington De Dionyso non si è sottratto
dal ricordarci quanto messo in calce qualche anno fa con l'uscita
su K records,ovvero le sue origini:utero e fuoco.E noi non possiamo
sperare altro che continui ad esibirle in bell'evidenza.

Massimiliano Drommi

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