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La Stanza Del Figlio (recensione film)   (22/03/2001)

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di NANNI MORETTI con NANNI MORETTI (Giovanni), LAURA MORANTE (Paola), JASMINE TRINCA (Irene), GIUSEPPE SANFELICE (Andrea)

La famiglia Sermonti, unita e felice pur non essendo perfetta come quella del Mulino Bianco, viene sconvolta dall’improvvisa morte del figlio diciottenne Andrea; per i genitori e l’altra figlia Irene inizia uno straziante percorso di elaborazione del lutto, accettazione del vuoto lasciato dal ragazzo morto, ricerca di un nuovo equilibrio per sopravvivere da soli e insieme. Saranno l’apparizione di Arianna, lontana amica di Andrea, e una lunga notte di viaggio in automobile, a restituire un barlume di senso alla vita di tutti e tre.

Moretti, lasciati da parte i “morettismi” narcisisti dei suoi precedenti film (l’autobiografismo, la critica morale alla società, la politica), firma un’opera di altissimo valore emotivo, che conduce passo passo lo spettatore nei meandri del dolore e della reazione ad esso; grazie allo stile essenziale e agli attori perfetti, nulla suona falso nella descrizione del gruppo familiare: i momenti felici e quelli tesi, la svagatezza di Andrea e l’intelligenza di Irene, la serietà dei genitori (finalmente sugli schermi uno psicanalista che fa il suo dovere e tenta sul serio di aiutare gli altri) non diventano mai clichés ma nel loro realismo ci spingono, quasi ci obbligano ad immedesimarci coi personaggi . Ecco perché l’avvento della catastrofe è tanto toccante: i visi rossi di lacrime, gli scatti di violenza, gli sguardi vuoti e le urla non appartengono agli attori, sono esattamente i nostri. E’ comprensibile la volontà irrazionale di rimpiazzare il posto lasciato da Andrea con l’ignota Arianna, prima idealizzata e poi conosciuta nella sua normale banalità; anzi, proprio il suo diritto alla superficialità, ad allontanare il dramma, spinge nuovamente la famiglia a muoversi in avanti. L’unico neo di questo durissimo e bellissimo film sta a mio parere nelle musiche dell’autocompiaciuto Nicola Piovani, ma è un dettaglio veniale; sconsiglio il confronto, che tanto appassiona il pubblico snob, fra Moretti e Muccino: sono registi diversi con stili diversi, che senso ha metterli in competizione? A me i loro film sono piaciuti entrambi.

Vera Bozzoni
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