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Il Gladiatore (recensione film)   (24/01/2001)

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Germania (colonia romana), 176 d.C. Commodo ha preso il potere uccidendo il padre Marco Aurelio, ma nessuno è a conoscenza del brutale assassinio, tranne il comandante delle truppe Massimo. Egli doveva essere il prossimo imperatore, designato dallo stesso Aurelio al posto del figlio Commodo. Per questo segreto Massimo è condannato a morte da Commodo, ma riuscirà a sfuggire alla decapitazione e a giungere alla sua casa, dove sua moglie e il suo figlioletto sono stati barbaramente crocifissi e bruciati vivi. Massimo giura vendetta. La sorte fa sì che egli venga fatto prigioniero in Africa, dove si trasforma in un gladiatore invincibile, battendo così i migliori lottatori africani e raggiungendo con la sua fama la stessa Roma: lì viene portato per combattere, e lì finalmente calmerà la sua implacabile sete di vendetta.

Questa a grandi linee la trama del film, diventato quasi un cult, del regista altrettanto cult Ridley Scott . Una trama avvincente, piena di avventure, sangue e scene drammatiche. Un attore straordinario (Russell Crowe), un montaggio mozzafiato nelle scene di lotta e centinaia di comparse. Il tutto coronato da effetti speciali mai visti prima d'ora, per la realtà con i quali ricreano la Roma antica e le sanguinose battaglie all'inizio del film (a confronto quelle in "Braveheart" fanno ridere!). Per non parlare degli scontri tra i gladiatori nel Colosseo, resi ancora più coinvolgenti grazie agli strepiti della folla, alla ferocia delle tigri impiegate nei combattimenti e alla coreografia dei combattenti (soprattutto quella di Crowe).

"Il Gladiatore" è un film che sarà sicuramente ricordato nel futuro, come noi ricordiamo oggi i capolavori degli anni '50, quali "Benhur" e "Quo vadis?". In effetti il film di Scott è riuscito a riportare alla vita non solo le battaglie dell'antica Roma, ma anche i giochi di potere, la corruzione, la tragedia per la perdita di soldati. Quindi un film non solo di azione, non una di quelle "americanate" che fanno solo audience.

Tracy Horn

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