GALAXIE 500 (ft. Dean Wareham and Britta Phillips)
mercoledì 4 Maggio 2011
al COVO di BOLOGNA
Viale Zagabria 1, Bologna
www.covoclub.it
giovedì 5 Maggio 2011
al CARACOL di PISA
Via Battichiodi 8/10, Pisa
www.myspace.com
I Galaxie 500 ebbero un'importanza fondamentale nella storia del rock per aver sublimato la canzone atmosferica e malinconica dal punto di vista non del poeta (il Leonard Cohen o il Nick Drake) ma dal punto di vista dell'humus culturale degli anni '80, segnato dalla violenza della vita di strada, dalla droga, dall'AIDS. Non a caso la loro musica e` ricca di sovratoni nostalgici: e` la nostalgia per un'epoca dell'ottimismo, che la loro generazione non ha mai conosciuto. Il languore della loro musica e` lo stato d'animo catalettico che e` subentrato alla rabbia del punk-rock. E` una nevrosi cronica, che attanaglia tutti gli eventi domestici.
Il neozelandese Dean Wareham forma i Galaxie 500 a Boston insieme ad altri due laureati di Harvard, e la band viene alla ribalta con il singolo Tugboat (Aurora), una canzone che si inseriva nel generale clima di revival della psichedelia, ma adottava un sound estremamente dimesso, tutto il contrario della foga del garage-rock.
Quello stile languido, ozioso e "siderale", che e` tutto il contrario del classico rock and roll, trionfa su Today (Aurora, 1988), prodotto da Kramer. A fare epoca e` soprattutto la filastrocca per bambini di Oblivious, che rimarra` la loro melodia piu` celebre, ma sono piu` caratteristiche una ballata-bisbiglio come Flowers, un inno tenero come Temperature's Rising, l'atmosfera follemente cosmica ed onirica di It's Getting Late, l'armonia estatica da It's A Beautiful Day di Pictures, il folkrock melodioso di Parking Lot; tutte composizioni sospese nel nulla, atti di contemplazione intensa, tripudi di quiete e di silenzio, testamenti di una forma di trascendenza atea.
Quello dei Galaxie 500 e` un rock anti-teatrale, l'antitesi dell'effettismo che e` sempre stata la ragione ultima d'essere del rock, e ha come riferimenti gruppi altrettanto subsonici come gli Opal e i Cowboy Junkies. I testi, fitti di dettagli mondani, parlano dell'alienazione in maniera quantitativa non qualitativa, non denunciandola ma elencandola. Quei versi pessimisti e laconici compongono il ritratto di una psiche fragilissima, che vibra come una ragnatela al vento.
On Fire (Rough Trade, 1989) accentua, se possibile, la sensazione di stasi, accentua il languore degli intrecci chitarristici, accentua il valore di anestetico esistenziale che queste ballate devono avere per i loro autori. Se si ascoltano "voci" celebri del passato, quelle voci sono soffocate in un'angoscia sempre meno gridata e sempre piu` interiorizzata: cosi` Blue Thunder ha l'andamento di Femme Fatale ma e` cosparsa di lunghi "voli" vocali di un etereo falsetto, e la nenia malinconica di Strange fa pensare al Neil Young piu` elegiaco; Leave The Planet e` un inno solenne alla Jefferson Airplane e Plastic Bird un folkrock per rintocchi lisergici alla Country Joe.
Nonostante il costrutto letargico, in questo disco le melodie sono piu` forti, anche se continua a pesare l'assenza totale di pathos. E l'opera vanta persino il momento piu` maschio della loro carriera: nel crescendo strumentale della lunga jam When Will You Come Home. Ma non e` cambiata la sceneggiatura di queste composizioni: uno scenario in cui si agitano figure umane abuliche, anti-romantici che non sembrano in grado di provare passioni, rassegnati al proprio isolamento morale, capaci soltanto di articolare il vuoto delle loro vite in un vocabolario limitato di segni negativi. Queste sono le confessioni di chi non sa neppure piu` piangere sulle proprie disgrazie. Queste canzoni sono l'esatto opposto di una chiamata alle armi.
This Is Our Music (Rough Trade, 1990) e` al tempo stesso l'album piu` ambizioso e quello piu` irrisolto della band. I Galaxies 500 sembrano i Feelies imbottiti di eroina in Melt Away e rasentano la follia dei Velvet Underground nel boogie di Fourth Of July, con tremolo chitarristico da garage.
Per irriducibili differenze d'opinione e di carattere il gruppo si scioglie e Wareham dara` origine ai Luna, dove incontra la futura moglie Britta Phillips.
Il complesso lascia comunque un'eredita` importante: un nuovo modo di esprimere l'alienazione con la musica rock, e forse anche l'espressione musicale di una nuova forma di alienazione. Il loro desolato paesaggio morale non ha nulla a che vedere con quello dei Velvet Underground, ma non e` meno inquietante. Canzoni come Tugboat, Oblivious, Parking Lot, Tell Me, Another Day, Strange hanno esplorato quel milieu in cui non esistono piu` emozioni ma soltanto vaghi stati della mente.
Ora dopo più di un ventennio Dean Wareham torna a quella chitarra magica, accompagnato da una band completa, e messi da parte i Luna e il progetto parallelo Dean & Britta, riporta alla vita uno dei più preziosi lasciti degli anni '80, per tutto il mondo del rock distorto, etereo e trasognato. (Comunicato New Life Promo)
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