Sabato 17 luglio 2010
Faenza, Piazza della Molinella
Domenica 18 luglio 2010
Azzano S.Paolo (Bg), Centro Sportivo
DIRTMUSIC
Cos’è “dirt music”? La risposta è relativamente semplice. Luther Fox, pescatore di frodo, cacciatore solitario, incantatore ed eroe tragico del moderno capolavoro australiano ‘Dirt Music’ di Tim Winton, ha trovato una definizione per noi: “Tutto ciò che si può suonare in una veranda. Quella roba senza corrente elettrica. Dirt music.”
Chi è Dirtmusic? Qui la cosa si fa un po’ più complicata. Abbiamo a che fare con tre veterani di una mentalità musicale indipendente, con più di mezzo secolo di esperienze sonore e di avventure al loro interno; tre nativi di “grandi” paesi, con paesaggi che offrono orizzonti generosi, in cui l’immensità ispira al tempo stesso paura e meraviglia, dove il vuoto libera l’immaginazione e ritrova l’anima; tre uomini che viaggiano e cercano per sentirsi vivi geograficamente, musicalmente e spiritualmente.
CHRIS ECKMAN. Nasce nelle lande acquitrinose del Nordovest del Pacifico Americano. Incontra Carla Torgerson mentre lavora in una ditta di conserve di pesce in Alaska e forma i Walkabouts nel 1984. Melanconico e introspettivo, è un cantautore straordinario. I Walkabouts registrano per la Virgin, per la Sub Pop americana e poi per quella europea (che diventerà Glitterhouse Records), e saranno ricordati e apprezzati come uno dei migliori ‘segreti nascosti’ di Seattle dai loro fans devoti e fedeli. Chris è stato anche la metà di Chris & Carla e ha fatto parte di The Strange, Host, Midnight Choir, Tosca e Willard Grant Conspiracy.
CHRIS BROKAW. Nasce nella vastità urbana di New York City. Si sposta a Boston dove diventa “il più infaticabile indie rocker”. Ha suonato, scritto per e collaborato con Evan Dando e i Lemonheads, Liz Phair, Come, Thalia Zedek, Steve Wynn, Codeine, Pullman, Consonant, The New Year. Ha anche accompagnato le letture dello scrittore di gialli George Pelecanos, così come la Kino Dance Company, Dagdha Danco Co e lo sceneggiatore Rinde Eckert. Attualmente suona col gruppo di Thurston Moore, The New Year, Geoff Farina, Flashlights and The Lemonheads, oltre che nei Dirtmusic.
HUGO RACE. Nato e formatosi in Australia, terra di orizzonti sconfinati e sogni spezzati. Membro originale dei Bad Seeds, ha lavorate in Italia, Francia, Germania, Regno Unito e USA nei progetti Bad Seeds, Sepiatone, Rogall’s Electric Circus, Transfargo, Ted Merola Matrix e in particolare The Wreckery. Ora cittadino del mondo, scrittore per lo schermo, poeta e leader dei True Spirit, con cui ha registrato tredici album su etichetta Glitterhouse. Descritto dal recondito website italiano Debaser.it come “Un profeta psichedelico, un artista a 360 gradi che non scende a compromessi con nessuno.”
Eckman: “È stata un’idea di Hugo. Credo che abbia portato quel che stava facendo a una certa conclusione. Non direi ‘crisi’, un termine probabilmente troppo pesante. Ma una sorta di incrocio. Voleva fare qualcosa con le chitarre acustiche e non è che abbia poi fatto esattamente quello.... Io ho fatto un sacco di quel genere di musica. E anche Chris. Sarà per questo che ci ha presi con lui.”
Il capodanno del 2007, i tre rinomati musicisti, tutti con una lunga storia nella scena alternativa della musica rock, decidono di mettere insieme una nuova band, con l’intento di riportare i propri suoni al puro essenziale, riscoprendo l’originaria musica folk che rimane la fonte della loro ispirazione.
Armati di strumenti acustici quali chitarre, dobro, banjo, harmonium, melodica, percussioni a pedale e armonie vocali, i Dirtmusic intraprendono un tour europeo per sviluppare il proprio suono e darsi un repertorio, per poi registrare il disco di debutto allo studio Sono di Praga per l’indipendente Glitterhouse. Uscirà in tutta Europa nel novembre 2007 con l’omonimo titolo “Dirtmusic”.
Il suono Dirtmusic evoca i paesaggi d’origine degli artisti che ne fanno parte: l’americano nordovest del Pacifico (Chris Eckman), il sud dell’Australia (Hugo Race) e il nordest atlantico statunitense (Chris Brokaw). Tutti e tre hanno lasciato il proprio paese e hanno girato il mondo coi loro vari progetti musicali. Pescando nelle tradizioni musicali folk di queste ex-società di frontiera, Dirtmusic racconta storie di individui che cercano di orientarsi nella giungla urbana di un “mondo nuovo”. I temi melodici vengono dal blues e dal folk, e acquistano nuovo fascino grazie alle esperienze di vita e ai viaggi sonori di questo trio internazionale.
Nell’aprile del 2010 esce il secondo capitolo discografico - ‘BKO’ - l’abbreviazione internazionale per l’aeroporto di Bamako, capitale del Mali, e per estensione la città stessa, uscito dall’avventura dei Dirtmusic in quel paese. Un titolo che rende omaggio a una delle città africane più vibranti, accoglienti e musicalmente effervescente. Bamako è stato anche il terreno comune in cui i Dirtmusic si sono trovati, scambiamndosi esperienze e suoni, con la band locale dei Tamikrest, con cui si ritroveranno in città come Berlino, Lubiana e Boston piuttosto che nelle distese sabbiose del Sahara.
Dopo tre giorni di registrazioni coi Tamikrest, entrano in studio altri leggendari musicisti locali, ognuno col suo tocco personale; il “macinatore di blues” maliano Lobi Traore, due maestri della Symmetric Orchestra di Toumani Diabate e Fadimata Walet Oumar, meglio conosciuta come ‘Disco’, figura di primo piano nell’emancipazione della condizione femminile del deserto e fondatrice e leader della band Touareg famosa in tutto il mondo Tartit Ensemble.
Le stesse canzoni non abbandonano mai lo spirito della frontiera, gli ampi spazi infiniti, l’idea del paesaggio quale amico, nemico, maestro e tormento. Si prenda la canzone ‘Desert Wind’, con la grande voce di Disco: si ispira a numerosi racconti di spiriti del deserto narrati a Race da Ibrahim Ahmed (‘Pino’), al tempo percussionista dei Tamikrest. Gli spiriti, o Kel Essouf come sono chiamati dai Touareg, sono legioni in quel che sembra un vuoto senza fine. Non smettono di giocare tiri ai viaggiatori, facendo loro ascoltare suoni dell’umana attività, carovane fantasma o I rumori di un accampamento, quando invece non c’è altro che sabbia e pietre, e il vento che fischia.
TAMIKREST
Nella lingua Tamasheq, TAMIKREST esprime collegamento, connessione, nodo, coalizione. I componenti del gruppo provengono da orizzonti diversi (Mali, Niger, Algeria) e, nell’intento di assumere pienamente la propria identità Touareg (definizione che viene dall’esterno, poiché questo popolo designa se stesso come Kel Tamasheq, coloro che parlano il Tamasheq), hanno trovato nella musica ribelle Ishumar il mezzo per esprimerla senza divisioni di classe né di clan.
La storia inizia a Kidal, capitale dell’Ottava regione del Mali, naturalmente davanti a una tazza di té. Pino, Cheikh e Mossa hanno appena terminato un seminario di chitarra con Juhan Ecaré (chitarrista dei Meiway) quando decidono di formare un gruppo pur disponendo solo di due vecchie chitarre “fatte in casa”. E cominciano a darsi da fare…
Dopo un anno e mezzo di duro lavoro, il gruppo è completo, con un repertorio che comprende più di venticinque composizioni originali. Ferme restando le radici in quel che potremmo chiamare Ishumar Rock o Tuareg Blues, la loro musica si allarga a influenze di ogni tipo, dalla dimensione internazionale a quella delle culture più prossime.
Attraverso le canzoni, TAMIKREST vogliono rendere la poesia e la cultura Tamasheq accessibili agli abitanti di un mondo più grande dell’immensità del deserto sahariano.
Il 1° marzo del 2010 vede la pubblicazione di “Adagh”, lo straordinario album di debutto della giovane formazione tuareg già indicata come “il futuro della musica Tamasheq”.
Registrato a Bamako, in Mali, e prodotto da Chris Eckman (già leader dei Walkabouts, e ora nei Dirtmusic con Chris Brokaw e Hugo Race), “Adagh” è destinato a imporre i TAMIKREST come i più accreditati eredi della grande tradizione musicale maliana, che partendo da Ali Farka Toure arriva fino ai Tinariwen e oltre.
www.myspace.com
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