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The Morning Benders: tour italiano   (08/06/2010)

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Martedì 14 Luglio 2010
Marina di Ravenna (Ravenna) - Hana Bi
spiaggia 72 - Marina di Ravenna (RA)
Ingresso gratuito
www.bronsonproduzioni.com

Mercoledì 15 Luglio 2010
Giovinazzo (Bari) - Aquavitae Festival
Arci 37 - via Bari - Località Ponte, Giovinazzo (BA)
Ingresso € 10,oo
www.myspace.com

Giovedì 16 Luglio 2010
Napoli - Neapolis Festival
www.neapolis.it

I the Morning Benders sono una delle migliori band californiane del momento, ammirate ed acclamate da tutta la stampa americana ed europea. Il gruppo si è formato nel 2006 per volontà di Chistopher e Jonathan Chu, insieme al bassista Julian Harmon e al batterista Tim Or. L'universo sonoro dei Morning Benders si muove tra le onde della California del nord, S. Francisco e la sua baia, e paga tributo ai Beach Boys che furono e i the Dodos, Fleet Foxes e Vetiver dei giorni nostri, senza tralasciare il college rock di Eels e Weezer. I Morning Benders sono divenuti dei predistinati già con la pubblicazione del loro esordio 'Talking Through Tin Can', pubblicato nel 2008 (album che arrivò fino al numero 8 della Heatseeker chart di Billboard), e hanno confermato il loro status con il nuovo 'Big Echo', già considerato un masterpiece per la nuova scena folk. 'Big Echo' è stato pubblicato in Europa dalla Rough Trade e i Morning Benders sono già visti come dei figliocci skater di Fleet Foxes e Grizzly Bear, capaci di rinverdire la lezione di Neil Young e del folk USA con un colorita iniezione di attitudine west coast.

Del nuovo 'Big Echo' si è parlato tanto, delle sue armonie vocali intessute in pezzi pop orchestrali e vellutati. Si è parlato della mano di Chris Taylor (Grizzly Bear) dietro la produzione a modellare le melodie corali della band in dieci gemme rifinite. Ogni cosa prende il proprio posto naturalmente, dall’indie rock à la Garden State di 'Wet Cement' e 'Cold War (Nice Clean Fight)' alle aperture languide e distorte di 'Pleasure Sighs'.

La matrice dei Grizzly Bear aleggia protettrice su tutto il percorso, con i suoi archi rotondi e l’accessibilità universale di certo pop anni ‘50 e ‘60, ma sono la scrittura di Chu e il suo cantato pulito a rendere 'Big Echo' un intrigante puzzle di indie made in USA. Una fotografia perfetta dello stato attuale di ciò che è elegantemente orchestrale (Comunicato Grinding Halt).

www.myspace.com

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www.grindinghalt.it

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