Miuzik

news > 

Berlin After 20 night   (18/11/2009)

< indietro
SABATO 21 NOVEMRE 09
ORE 21.00 @ AUDITORIUM VALLISA (Bari)

TIME ZONES SPECIAL PROJECT WITH:
ARNOLD DREYBLATT ENSEMBLE + KLANGSTAUB:
BERNHARD GUENTER / GARY SMITH (AUFGEHOBEN)
FEAT. LILLEVAN (RECHENZENTRUM)

* * *

ARNOLD DREYBLATT

www.myspace.com
www.dreyblatt.net

Arnold Dreyblatt (New York City, 1953), compositore della seconda generazione del minimalismo newyorkese, ha studiato musica con La Monte Young, Tony Conrad, Pauline Oliveros, John Cage, Morton Feldman and Alvin Lucier e media-art con Woody and Steina Vasulka; dal 1984 vive a Berlino dove nel 2007 è stato eletto membro a vita della Akademie der Künste, sezione arti visive. Attualmente è professore di media art alla Muthesius Academy of Art di Kiel. Ha creato numerosi e originalissimi strumenti, tecniche di esecuzione e sistemi di accordatura

Il suo stile è considerato il più rock-oriented della scena minimalista. Ha collaborato con Jim O'Rourke, David Grubbs, Kevin Drum, Pellegrini Quartet, Bang On A Can Allstars, Jörg Hiller, Jason Kahn, Werner Durand, Paul Brody, Pierre Berthet, Paul Panhuysen, Crash Ensemble, Austin New Music Co-op, Megafaun, Peter Phillips, Yoshi Wada, Terry Fox, Alvin Curran. Grazie alle sonorità estatiche e trascendentali della sua Orchestra of Excited Strings si è guadagnato un forte e fedele pubblico nella scena underground.

I suoi lavori sono stati da molte delle più interessanti etichette d’avanguardia come la Tzaddik di John Zorn, la Hat Hut, la Table of the elements e Cantaloupe.

Le creazioni visive di Dreyblatt sono una complessa visualizzazione testuale e spaziale degli oggetti della memoria: ha realizzato installazioni permanenti, digital room projections, oggetti testuali dimanici, e pannelli di testi lenticolari multi-livello. Si è esibito in gallerie, musei e spazi pubblici come il Hamburger Bahnhof Museum for Contemporary Art di Berlino, il Jewish Museum di New York il MAK di Vienna. I suoi lavori artistici sono esposti permanentemente al HL Holocaust Center di Oslo e al Jewish Museum di Berlino.



KLANGSTAUB

www.klangstaub.com
www.myspace.com

Klangstaub è il progetto di improvvisazione del duo composto dal musicista, compositore, produttore elettronico tedesco Bernhard Guenter di Coblenza) e il chitarrista inglese Gary Smith (Londra). I due artisti condividono l’idea che l’improvvisazione sia una forma di composizione istantanea e sono interessati alla creazione sul momento di nuove strutture musicali: partono dalla libera improvvisazione strumentale per aggiungere poi elementi elettronici su ispirazione. Bernhard ha coniato il termine “compovisation” per questo tipo di approccio all’esibizione.

Mentre Gary ha un set estremamente essenziale (chitarra-pedale-amplificatore), Bernhard ha concepito e opera su una sorta di “cabina di comando” costituita da mixer- loop station – unità digitale multi effetto collegati insieme da un intricato sistema di cablaggio. Questo permette di controllare la musica suonata dal vivo, mixarla, metterla in loop (quella di uno o di entrambi) e reintrodurne delle parti per creare sul posto strutture sonore più complesse: in tal modo l’equipaggiamento elettronico diventa esso stesso uno strumento. Il risultato può così modificarsi volta per volta muovendosi tra i due estremi della semplice improvvisazione strumentale e il digital soundscape. Le possibilità creative di questo approccio sono infinite e sempre disponibili ad essere scoperte dei musicisti, i quali, più che come rigidi compositori, si muovono come avventurosi esploratori. Il personalissimo modo di suonare dei due si inserisce perfettamente nella più positiva forma di musica contemporanea, perché costantemente aperta a nuovi sviluppi.



LILLEVAN

www.lillevan.com

Lillevan Pobjoy è un artista multimediale noto sopratutto per essere membro fondatore dei seminali Rechenzentrum (1997-2008). Tuttavia la sua storia e la sua esperienza raccontano di una lunga serie di progetti importantissimi nell’attuale scena della musica e dell’arte contemporanea. Lillevan si è confrontato con la musica classica, elettronica, dance, minimal e l’opera, invitato ad esibire il proprio alvoro in tutti i principali festival del mondo. Il suo background riguarda studi di storia e teoria del cinema. A cavallo tra gli ’80 e i ’90 scrive numerosi testi sull’argomento ed è molto attivo nella scena dei film e dell’animazione. Tuttavia questo mondo gli appare sempre più stretto e ripetitivo, così, con la caduta del muro si avvicina all’arte dell’europa dell’est e inizia a frequentare i club berlinesi. Queste nuove esperienze, unite all’arrivo delle moderne tecnologie dei computer e dei media gli permettono di ottenere una nuova e più eccitante prospettiva sulla video-art, decidendo così di far rivivere l’arte delle immagini in movimento, che reputa persa nel cinema e nell’arte commerciale. Il suo lavoro si concentra così sugli aspetti non-narrativi dei film, realizzando lavori astratti, ma anche collage esplorativi della storia del cinema e opere per compagnie di ballo. Sempre più analizza la musicalità delle immagini in movimento: l’intensità e la tessitura sono più importanti della narrazione e delle figure. Esplora la relazione tra le immagini, l’occhio, la mente e la mente; si appassiona all’archeologia dei media e interroga le modalità della visione e le manipolazione delle immagini; ricontestualizza, ricombina e politicizza frammenti e immagini di film esistenti.

Le immagini sono un mezzo comunicativo che interagisce con la musica: la selezione delle immagini può supportare o scontrarsi con i suoni, ad ogni modo si ottiene un dialogo.

Interferenze e immagini spezzate costituiscono l’elemento drammaturgico centrale nella creazione e nell’esibizione. Alcuni film non necessitano di una colonna sonora, le immagini stesse sono musicali e spingono lo spettatore a una composizione psico-visivo. Il lavoro di Lillevan si esplica in una ricerca godardiana della relazione tra immagini, intensità e tessiture. Le sue opere sono composizioni multistrato che danno allo spettatore la possibilità di concentrarsi su differenti dettagli e momenti. La percezione umana rimane l’elemento interattivo finale delle sue performance, rifuggendo la natura assoluta del montaggio tradizionale, ridonando alle immagini la loro originaria ambiguità, collegandole secondo relazioni nuove e inaspettate.

* * *

www.timezones.it

.
contatti