Venerdì 5 Giugno 09, Milano @ Casa 139, via Ripamonti 139
ingresso € 12
info: www.lacasa139.com
Sabato 6 Giugno 09, Roma @ Circolo degli Artisti, via Casilina Vecchia 42
info: www.circoloartisti.it
Alela Diane è una giovane promessa della scena folk americana, che ha fatto impazzire di gioia gli amanti delle contaminazioni psych folk tanto care ad artisti come Devendra Banhart e Jana Hunter. Ad oggi Alela ha pubblicato due album, l'esordio 'The Pirate's Gospel' e il nuovo 'To Be Still' (entrambi pubblicati dalla francese Fargo records).
Una chitarra pulitissima fatta di fingerpicking dolce ma inesorabile nel suo ritmo ipnotico, una voce solo apparentemente monotonica, ma ricca invece di dinamica, dallo spessore quasi fisicamente percettibile, morbida e potente al tempo, virante con impeccabile scelta ad un falsetto delicatissimo e fragile. Un folk intenso e personalissimo, un prodotto magnifico del folk revival che sta travolgendo gli States come una tempesta benigna e che ha tantissime forme, dal freak al psych, dall’improvvisazione al rigore, dalla contaminazione alla ricerca di radici in costante mutazione, acustico, elettrico, elettronico.
Se proprio vi piacciono i paragoni, pensate ad una Joanna Newsom più lineare melodicamente e con meno dubbi, ma dalla stessa potenza immaginifica, o ad un Devendra Banhart quando è solo voce e chitarra, e senza i fruscii…
La (lunga) storia dell'esordio 'The Pirate’s Gospel' (che poi è anche la storia di Alela) è bellissima… Alela Diane, classe 1983 e californiana di Nevada City, è figlia di Tom Menig (chitarra e voce dei DeadBeat, una cover band dei Grateful Dead) e di Suzanne (degli Azulita, una band di rock latino): cresce quindi con la presenza costante della musica. Strimpella presto, ma non troppo. A 19 anni accadono tante cose: va a S. Francisco ma non fa in tempo a sistemarsi che i genitori si separano e vendono la casa dove era cresciuta: così sradicata di colpo comincia a suonare e a scrivere canzoni sul serio. Nell’estate del 2004, con i pochi soldi che le spettano dalla vendita della casa, se ne va nel sud della Francia, via Londra e Parigi: fa vita raminga, e scrive quasi tutto “The Pirate’s Gospel”.
Finalmente con la mente pacificata, torna a casa, nelle colline dove era nata: registra le canzoni scritte nelle sue peregrinazioni europee nello studio del padre, va a vivere in una capanna di tronchi nella proprietà della famiglia di Mariee Sioux, sua amica del cuore e cantante anch’essa (la troviamo in varie tracce di “The Pirate’s Gospel”), lavora come cameriera in un caffé, poi si trasferisce nell’Oregon e comincia a fare concerti, sempre lavorando come cameriera.
Nel frattempo prepara in più riprese 650 copie del suo cd, piegando le buste di carta, disegnandole una ad una con inchiostro di china e decorandole con merletti fatti sempre da lei, che regala ad amici e parenti e distribuisce ai concerti.
Nel 2006 la Holocene Records la mette sotto contratto, rimasterizza “The Pirate’s Gospel” e lo distribuisce negli States. Cominciano tours incessanti e nel 2007 la Fargo distribuisce il disco nel resto del mondo.
Passanno due anni ed Alela torna in studio per pubblicare nel Marzo 2009 il nuovo 'To Be Still', album che sta facendo parlare di Alela come della promessa confermata della nuova scena folk, la nuova Joni Mitchell.
Il nuovo album di Alela suona in modo più omogeneo, con arrangiamenti maturi e testi ancor più curati che in passato. Alela Diane riesce nel difficile compito di comporre dischi folk pieni di energia e di forti rimandi alla cultura sixties americana.
Detto della voce e della musica, le canzoni raccontano di madri e di figlie, di ricordi e di piccole cose, di sogni, del vento e delle stagioni, di perdite e della voglia di rialzare la testa e di andare comunque avanti, di vita, morte e rinascita.
www.myspace.com
www.fargorecords.com
www.grindinghalt.it
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