Martedì 8 aprile 2008, Bologna, Teatro delle Celebrazioni.
Inizio concerto: ore 21.00.
Posto Unico: € 40 + € 3,00 prev. ++++DATA ANNULLATA++++
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Musicista, compositore, interprete, produttore, "creatore" della “Kosmische music”: ritmi ipnotici e psichedelici che suggeriscono l’indagine dentro di sè, un viaggio in un tempo senza eventi, tra sperimentazioni e aperture universali.
Nato nell’agosto 1947 a Berlino, studia filologia e composizione musicale all’università e debutta come chitarrista nel 1968 con il gruppo avanguardista dei Tangerine Dream, a soli 22 anni. In breve tempo è già maturo per avviarsi ad una carriera da solista: è il 1972, esce il primo lp “Irrlicht”, che resterà punto di riferimento nella storia del rock, aprendo nuove strade all’uso di strumenti elettronici. Sulla coralità “sintetica” dell’orchestra si innestano organo, chitarra e percussioni per un confronto uomo-cosmo, finitezza-abisso.
A cavallo tra Wagner e i primi Pink Floyd, Schulze introduce innovazioni fondamentali come gli accordi protratti all’infinito e le metronimie del sequencer, che segneranno la diffusione di quel progressive rock tanto sentito in Francia e Gran Bretagna.
Novità nella novità è “Blackdance” del 1974, in cui la voce umana si aggiunge a dare calore a ritmi più marcati. Dopo gli anni bui dalle liriche stranianti e dalle atmosfere sospese di “Mirage” (1977), torna il barocco “X”, raccolta di suite dedicate a personaggi celebri del passato, in cui si coniugano minimalismo e umorismo, a testimonianza delle qualità più drammatiche della musica di Schulze, eletto “miglior musicista dell’anno” dalla rivista tedesca “Sounds”.
Pur proseguendo nell’approfondimento del territorio delle sperimentazioni, l’album “Audentity”del 1983 contiene sonorità più accessibili con contaminazioni e rielaborazioni new age e diventa così punto di riferimento per chi cerca un connubio tra musica e spiritualità.
Il successo di pubblico conosce momenti di grande spettacolarità con i quasi 7000 spettatori del concerto di Dresda del 1989, i 10000 di quello di Colonia due anni dopo e l’esibizione al London's Royal Festival Hall.
Nel corso degli anni ’90 si alternano album classici e d’avanguardia, sempre poggiati su metronomie, suono del moog, delle percussioni e improvvisazioni per liberare la fantasia.
I “Contemporary Works” dei primi anni 2000 mescolano clima orientaleggiante, ritmi pagani, melodie malinconiche, sinfonie classiche, accordi taglienti: tutto il drammatico romanticismo schulziano.
E’ del 2005 il nuovo album “Moonlake”, che dà meno spazio agli sconfinati vuoti interstellari, senza tradire però la vocazione alla ciclicità della space music.
La grandezza dell’artista sta nel riporre nel suono solo ed unicamente il proprio animo, consegnando all’ascoltatore il compito attivo di attribuire nuovi significati e nuove identificazioni alle proprie composizioni: un approccio puro, incontaminato, a tratti genuinamente idealista. Senza fronzoli, senza supponenza. Citando lo stesso Schulze, "auguro a tutti una piacevole esplorazione di se stessi, non riesco a esprimerlo al meglio con le parole, perché non sono un poeta ma un musicista" .
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www.teatrodellecelebrazioni.it
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