Album di debutto per i Centenarie, formazione
che vede al suo interno Damien Mingus (My
Jazzy Child), Alex Monneau (Orval Carlos
Sibelius), Stéphane Laporte (Domotic) e
Aurélien Potier.
Organo, violoncello, melodica, percussioni,
chitarra, charango, metalofono e quant’altro
si incrociano creando tessiture melodiche
dal fascino sottile, raffinate, che scaldano e
trastullano ravvivando l’ambiente circostante.
Ciò che ne consegue è una musica pacata,
atmosferica, intimista (in diversi momenti
sembra quasi di sentire Sufjan Stevens), che
incorpora in buona misura elementi folk, pop e
canterburyani (ma non solo).
Gli Scenari restano pressoché immutati
lungo l’intero arco del disco, ma la noia non
sopraggiunge quasi mai, lasciando così che le
canzoni scivolino via con discrezione senza
mai però colpire veramente nel segno.
Ad eccezione fatta per “Le Retour” (accorata ed
evocativa), “Castle” (lievemente movimentata),
“Take Me Home” (soffusa e jazzata), “The Day
Before” (dagli accenti post-rock), “You” (dalle
suggestive tonalità psichedeliche) e “Strong”
(febbrile e acida).
(Chief Inspector)

Massimiliano Drommi
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