16.11.07 FIRENZE - Viper
17.11.07 ROMA - Circolo Degli Artisti
18.11.07 BOLOGNA - Covo
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Torna in Italia per tre date il gruppo di Austin per promuovere
il recente ed acclamato "The Stage Names".
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La stampa a proposito dell'ultimo album:
"Si resta trafitti da una disperazione meno gridata, eppure così evidente, nascosta tra le pieghe di chitarre vigorose, Hammond preda di deliri, tamburini, mandolini e maracas vestiti a festa con tuniche nere. 8/10" - Rumore
"The Stage Names" è vivace, dinamico, esuberante, eppure riflessivo quando è il caso, e proprio nell'equilibrio tra l'immediatezza dei ritmi rock e l'emotività sgranata delle delicate orchestrazioni sta il pregio di un'opera che si mantiene leggera anche quando le parole si aggrovigliano fino a rendere tecnicamente incantabili melodie che pure sono marcata e si conficcano nella memoria." - Il Mucchio
"Se in molta musica americana alternativa pare fico mantenersi sottotraccia, gli Okkervil River scelgono la vita del "tutto fuori" come Bright Eyes e Two Gallants e producono un lavoro dotato di gran tiro che le potenzialità per funzionare bene anche in ambito mainstream. 5/5" - XL
"Nessuna rivoluzione formale o licenza eccessiva o soluzione avventurosa. E magari per qualcuno sarà un peccato. Ma la verità, pure e semplice, è che quando sai scrivere canzoni così, conviene lavorarle il meno possibile e con estrema attenzione. Come i diamanti, o i visi realmente speciali. 8/10" - Blow Up
"In un'altra e meno democratica era un gruppo così fantastico avrebbe goduto di uno straccetto di popolarità. Avrebbe trovato estimatori per il suo caleidoscopico pop-rock nutrito a Velvet e Motown, psichedelia inglese e Leonard Cohen, Beach Boys e The Band. 8/10" - Audio Review
"L'ennesimo struggente album di una carriera invidiabile tra indie, folk e americana, con sfuriate melodiche impreziosite da una voce ammaliante e momenti di calma quasi epica, che permettono alle canzoni di svivolare via una dopo l'altra in overdose estatica...Gli Okkervil River sanno farci sognare." - Classix
"Per chi cerca del sano piano-guitar pop rock è un disco perfetto. 7/10" - Beat Magazine
"Un disco vario e ispirato, il cui marchio di fabbrica rimane la teatrale e coinvolgente voce di Will Sheff, così centrale che a volte mette in secondo piano una parte strumentale a cui dare dell'accompagnamento sarebbe un insulto. 7/10" - RockSound
"Un rock al tempo stesso autentico e letterario. Un disco non privo di immediatezza, ma che regge anche dopo ripetuti ascolti. Consigliato." - AudioVideoFoto Bild
"Oscuro e fumoso come i migliori drammoni della Hollywood anni 50. Un disco popolato da uomini al limite, alla ricerca di una vita perduta. 4/5" - Rolling Stone
"The Stage Names non è dirompente ma ha la forza discreta di uno specchio: riflette ciò che di noi stessi non vorremmo vedere definendo sempre nuove storie. 3/5" - Rock Star
"...un approdo dichiarato verso le sponde di un pop più solare ed energico, ma non per questo meno denso che in passato. 8/10" - Rockerilla
"L'ascolto è appagante sotto ogni aspetto: c'è sempre il lato struggente, rafforzato da una voce abilmente rotta e accorata; c'è sempre una grande varietà di umori, distribuiti con soluzioni musicali mai banali, anzi spesso sorprendenti nelle loro derive...C'è stavolta, una maggiore leggerezza e una più decisa luminosità. 3.5/5" - Jam
"The Stage Names conquista fin dal primo ascolto e, con quelli a seguire, non smette di entusiasmare...Un album che si prenota già un posticino tra i migliori dell'anno. Consigliatissimo a tutti. 3.5/5"
- Buscadero
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