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L'Estetica di Gilles Deleuze: presentazione libro   (19/06/2006)

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Martedi 20 giugno 2006, ore 18.30, presso il Modo Infoschop:

presentazione "L'Estetica di Gilles Deleuze", Bergsonismo e fenomenologia a confronto.

Un libro di Katia Rossi
(Pendragon edizioni)

Ne parlerà insieme all'autrice Ubaldo Fadini.

La dottrina deleuziana dell’evento può essere compresa come un’estetica? Il termine estetica, in Italia, rimanda ai fasti della filosofia idealistica dell’arte, ma con Deleuze siamo du coté chez Nietzsche, al riparo da infezioni metafisiche.
La prima impressione suggerita dalla lettura del volume di Katia Rossi, una lettura antifenomenologica di Deleuze, avvia al nodo del problema: un quadro interpretativo unitario per cogliere la "ripresa di Bergson da parte di Deleuze in un certo senso in una luce antifenomenologica" (p.14). Il guadagno antimetafisico produce un risultato ermeneutico, cioè una diversa modalità d’approccio al pensiero deleuziano, centrata sull’estetica (quel "crocevia in cui l’arte e la filosofia s’incontrano senza prestarsi ad alcuna sintesi pacificante", p.309), che per l’autrice costituisce il progetto costante della filosofia di Deleuze. Dopo un esame serrato della letteratura critica più recente, il lavoro ricostruisce un’impresa filosofica inedita, ossia far giocare Bergson contro Husserl, a partire da due testi-chiave per avvicinarsi all’estetica deleuziana: L’immagine-movimento e L’immagine-tempo.
Il superamento del dualismo della psicologia ottocentesca convoca Bergson e Husserl, con una netta preferenza per il primo, in controtendenza rispetto alla massiccia presenza della fenomenologia in Francia. La partita con la fenomenologia, squisitamente ontologica, si gioca sulla concezione del "campo trascendentale". Riguarda cioè il piano d’immanenza, coincidente col piano trascendentale, che risponde al problema della genesi del senso, oggetto del primo capitolo del volume. Deleuze supera le nozioni di soggetto e oggetto della fenomenologia husserliana, per quella di piano d’immanenza, coscienza pre-riflessiva impersonale o durata senza io. Esso basta a sé stesso e non rinvia ad altro, esclude le filosofie della coscienza e gli spiritualismi, così come le ipostatizzazioni realistiche. Si realizza in un empirismo radicale, nel quale l’esperienza non è ridotta al vissuto di un soggetto, il cui concetto sarebbe la significazione, ma costituisce la realtà di una pura corrente a-soggettiva, della durata qualitativa. Il concetto afferra l’evento, reale come un incorporeo stoico, che sorvola ogni vissuto o stato di cose. La logica della sensazione, che fa i conti con la fenomenologia, si pone fuori (e contro) ogni fenomenologia dell’arte, ogni pretesa comprensione del vissuto, che viene approfondita nella sua complessa articolazione nel capitolo secondo.
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Da una recensione di Massimo Piermarini

Ubaldo Fadini insegna Estetica all'Università di Firenze. Autore di numerose opere tra cui: Il corpo imprevisto. Filosofia, antropologia e tecnica in Arnold Gehlen, Franco Angeli, Milano, 1988; Configurazioni antropologiche. Esperienze e metamorfosi della soggettività moderna, Liguori, Napoli, 1991; Deleuze plurale. Per un pensiero nomade, Pendragon, Bologna, 1998; Immagine-desiderio. Contributo a una genealogia del moderno(con G. Pascucci), Mimesis, Milano, 1999; Principio metamorfosi. Verso un'antropologia dell'artificiale, Mimesis, Milano, 1999, Sviluppo tecnologico e identità personale. Linee di antropologia della tecnica, Dedalo, Bari, 2000; Figure nel tempo. A partire da Deleuze/Bacon, Ombre corte, Verona, 2003; Soggetti a rischio. Fenomenologie del contemporaneo, Città Aperta, 2004. Ha inoltre curato, tra l'altro, con A. Zanini, Lessico postfordista. Dizionario di idee della mutazione, Feltrinelli, Milano, 2001.

Katia Rossi, dottore di ricerca in Filosofia (Estetica), è cultrice della materia "estetica contemporanea" presso l'Università di Firenze. È autrice del volume "L'estetica di Gilles Deleuze. Bergsonismo e fenomenologia a confronto", Bologna 2005. Ha inoltre curato insieme a Ubaldo Fadini il volume di G. Deleuze "Istinti e istituzioni", Milano 2002, e realizzato numerosi lemmi della sezione estetica per la terza edizione dell'Enciclopedia filosofica che verrà pubblicata dall'editore Bompiani. Collabora, tra le altre, alle riviste "Millapiani" ed "estetica". Fra i suoi ambiti di ricerca, oltre al pensiero di Deleuze, la filosofia francese del Novecento, l'estetica fenomenologica e l'estetica del cinema.

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