Giovedi 27 aprile 06, ore 21:30, presso il Modo Infoshop di Bologna:
presentazione di "Antologia critica del sistema delle stelle"
(di Felice Accame, Odradek 2006).
Isabella Croce incontra Felice Accame.
Il “sistema delle stelle” non è altro che l’insieme di tutti coloro – uomini di scienza e di religione, santi e in odor di santità, capipopolo e artisti vari, attori e cantanti, campioni dello sport e intrattenitori televisivi – nei confronti dei quali è in atto la pratica diffusa dell’indulgenza. Possono ingannare, rubacchiare, scopiazzare, svillaneggiare, dichiarare orride scemenze e, soprattutto, autocontraddirsi, senza che nessuno abbia niente a che ridire o, meglio, senza che venga loro comminata fra capo e collo una sanzione sociale appena percepibile. Si tratta, insomma, di figure sociali che, con il consenso entusiastico delle loro vittime danno il loro cospicuo contributo alle disparità delle relazioni umane e, alla finfine, alle disgrazie del mondo. Questa antologia, non potendo risarcire nessuno, si limita a denunciare il sistema delle indulgenze.
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Felice Accame (Varese, 1945) è docente di Teoria della comunicazione e presiede la Società di Cultura Metodologico-Operativa. Dal 1985, con Carlo Oliva cura la trasmissione settimanale Caccia all'ideologico quotidiano per "Radio popolare". Tra le sue pubblicazioni più recenti: Scienza, storia, racconto e notizia, Roma 1996; Pratica del linguaggio e tecniche della comunicazione, Roma 1996; Dire e condire, Roma 1999; La funzione ideologica delle teorie della conoscenza, Milano 2002.
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Isabella Croce, psicologa (Associazione ANLAIDS)
«E a proposito di insensatezze, contraddizioni, assurdità, vi segnalo un altro libro decisamente "dirottato". Si intitola Antologia critica del sistema delle stelle e lo firma un acuto e imprevedibile Felice Accame, docente di Teoria della comunicazione e presidente della Società di cultura metodologica-operativa. Accame è un cacciatore di pregiudizi e bestialità culturali. Non ha tabù e tanto meno idoli. Anzi si diverte come un pazzo a smontare tutte le certezze intellettuali di cui andiamo fieri. In un capitolo si occupa per esempio di Piero Chiara che aveva messo a confronto due traduzioni di Benito Cereno, il racconto di Melville, sostenendo "la fedeltà e la precisione sono a scapito del risultato poetico". Accame ammette che non avesse affatto capito quale fosse fedele e quale poetica finché non si era accorto che la prima traduzione era di Cesare Pavese, il quale, eletto nella storia della letteratura, aveva anche conquistato il merito di fare "traduzioni poetiche". Mentre l'altra era di Ruggero Bianchi al quale al massimo si poteva riconoscere di farle "fedeli". Accame osserva: "A mio avviso, Chiara è scorretto. Nessuno chiede ad una traduzione di avere una carattere piuttosto indeterminato e mai esplicitato come la poeticità, mentre tutti, innanzitutto, chiediamo che una traduzione sia corretta nei limiti in cui può esserlo". Il libro è tutto così: imprevedibile e perfino irritante. Ma soprattutto imprevedibile, per esempio quanto combina il filosofo Ludwig Wittgentstein con le perversità della trasmissione televisiva Affari tuoi di Bonolis. O quando mette in relazione i film L'Esorciccio e Ultimo tango a Zagarolo con la curiosa scelta della Chiesa di mandare l'esorcista Milingo proprio a Zagarolo.»
© Valeria Palumbo In RottaNOrdOvest del 10 marzo 2006 www.rottanordovest.com
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